Il contesto
attuale, spesso dinamico e turbolento impone costanti adattamenti e
flessibilità, in tempi brevi e non sempre confacenti con i bisogni di
adattamento richiesti alle persone. La ricerca avanza, fornendo costantemente
novità, evidenze scientifiche, la normativa incombe: imponendo il rispetto di
budget rigidi e necessari se si vuole rimanere “sul mercato”. Non sempre le
organizzazioni riescono a “filtrare” e a rendere più sostenibili questi
imperativi prima che raggiungano gli operatori addetti alla cura delle persone.
La realtà, spesso, mette in evidenza resistenze da parte della base operativa,
tali da impedire spesso, con una vera e propria battaglia sommersa, la
realizzazione di progetti innovativi e istituzionalmente necessari. La
resistenza può essere generata da debolezze culturali, insicurezze
psicologiche o incertezze di ruolo negli individui singoli, da reazioni
collettive in certi gruppi e/o da situazioni trasversali che possono generare
anche ‘strane e inedite alleanze contro, anziché per…’.
Gli operatori
coinvolti, abituati alla rassicurante routine, faticano ad aderire a nuove
proposte e modelli a causa una naturale tendenza umana al mantenimento di una
condizione di “sicurezza” ambientale ed emotiva legata a ciò che si conosce di
fronte a ciò che invece non si conosce.
Ecco che
qualsiasi input innovatore (revisione di piani di lavoro, riorganizzazioni
interne, cambiamenti di prassi assistenziali, ecc), prende la forma di
un’entità minacciosa, “da combattere”! In organizzazioni impreparate, questo
potrebbe rappresentare una sorta di “fallimento annunciato” che rischia di
mandare a monte iniziative innovative importanti e che, magari, hanno richiesto
investimenti, in termini di risorse umane e materiali.
Il corso si
propone di mettere in evidenza, sia per le organizzazioni sia i professionisti
addetti alla cura, quanto questi meccanismi siano fisiologici e naturali e, se
conosciuti, possano essere che preventivati e gestiti. Tali competenze
potrebbero favorire una miglior accoglienza nei confronti delle “incertezze del
sistema” e del cambiamento organizzativo, soprattutto quello volto ad inserire
nuove pratiche assistenziali e organizzative. Il corso si prefigge di procedere a partire da una
narrazione per percorrere una traiettoria di analisi del “possibile”; i
partecipanti possono sperimentarsi nel vivere il cambiamento come una naturale
evoluzione anziché come una minaccia a prescindere.
Il
cambiamento è una porta che si apre dall'interno!